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Safari in Tanzania e Soggiorno Mare a Zanzibar

Safari in Tanzania e Soggiorno Mare a Zanzibar

Un’avventura indimenticabile attraverso la Tanzania e l’incantevole isola di Zanzibar. Questa destinazione africana è una gemma nascosta che offre una combinazione unica di paesaggi mozzafiato, cultura vibrante e spiagge paradisiache.

La Tanzania è famosa per la sua incredibile fauna selvatica e i suoi parchi nazionali che offrono avventure safari indimenticabili. Da Serengeti, dove potrete assistere alla grande migrazione degli animali, al maestoso cratere del Ngorongoro, dove si può ammirare una concentrazione di animali senza eguali, la Tanzania è il luogo ideale per vivere esperienze di avvistamento degli animali a dir poco emozionanti. Ma la Tanzania non è solo savana e animali. La sua cultura vibrante e le tradizioni locali ti faranno scoprire una parte affascinante dell’Africa. Esplora i mercati colorati di Arusha, immergiti nella cultura masai con le sue danze tradizionali e scopri l’arte e l’artigianato locale nelle città storiche di Stone Town a Zanzibar.

E parlando di Zanzibar, questa meravigliosa isola tropicale è il luogo perfetto per rilassarsi e godersi il mare cristallino e le spiagge di sabbia bianca. Con le sue acque calde e ricche di vita marina, Zanzibar offre opportunità uniche per fare snorkeling e immersioni subacquee, esplorando i magnifici coralli e gli affascinanti pesci esotici.

In questo articolo, vi guiderò attraverso le meraviglie della Tanzania e di Zanzibar. Vi fornirò consigli pratici per organizzare il vostro viaggio, informazioni sui luoghi da visitare e le esperienze da non perdere. Sarà un’avventura che vi porterà alla scoperta di panorami mozzafiato, cultura affascinante e momenti di puro relax in spiagge paradisiache.

Preparatevi a lasciarvi affascinare dalla bellezza della Tanzania, a esplorare la sua natura selvaggia e a immergervi nelle tradizioni locali. E poi concedetevi un po’ di tempo per rilassarvi e rigenerarvi sulla splendida isola di Zanzibar. Siete pronti per questa incredibile avventura africana? Allora partiamo insieme per scoprire i tesori nascosti della Tanzania e di Zanzibar!

Safari in Tanzania e Soggiorno Mare a Zanzibar : informazioni di viaggio

Il Safari in Tanzania e soggiorno mare a Zanibar ha una durata di 14 giorni e 12 notti. Si precisa che per eventuali esigenze specifiche oppure per cambiamento di numero dei giorni è possibile scrivere a : prenotazioni@barbirottiviaggi.it

Si precisa che le partenze sono giornaliere

Quote

Quote a persona a partire da€6000,00

Routing aereo: è possibile prevedere partenze e arrivi per e da altri aeroporti.

DataVoloPartenza dahArrivo ahBagaglio
1° GiornoEtRoma Fiumicino22.40Addis Abeba06.101PC – #
2° GiornoEtAddis Abeba10.15Arusha12.501PC
14° GiornoEtZanzibar17.00Addis Abeba19.451PC
14° GiornoEtAddis Abeba23.20Roma Fiumicino04.501PC – #

Operativo Voli: Orari espressi in ora locale, suscettibili a variazioni. È Possibile prevedere Partenze e Arrivi da e in altri aeroporti. 

 Soggiorno: 

LocalitàHotelArrivoPartenzaNottiBaseNote
ArushaIlboru Lodge2° Giorno4° Giorno2BbStandard Room
KaratuMarera Valley Lodge4° Giorno5° Giorno1FbStandard Room
Serengeti National ParkMbugani Camps5° Giorno8° Giorno3FbStandard Room
ZanzibarVilla Kiva8° Giorno14° Giorno6HbSea View Room

Legenda: Bb= Prima Colazione Hb = Mezza Pensione Fb = Pensione Completa # = Giorno Successivo – 1PC = 1 Collo da stiva 

Valutazione personale dell’Agenzia Barbirotti relativa a questa proposta di Viaggio. Classificazione: Alta–Media– Bassa.
Servizi in generale: Alti + Sostenibilità: Media. (vedi le Faq nel sito www.barbirottiviaggi.it).

Safari in Tanzania e Soggiorno Mare a Zanzibar Riepilogo dei Servizi inclusi 

  • 2° Giorno: Incontro con incaricato per trasferimento ad Arusha 
  • 2°-8° Giorno: Tour Il Safari d’Africa con autista/ranger di lingua inglese (se disponibile, in italiano)
  • 8° Giorno: Trasferimento per aeroporto Arusha
  • 8° Giorno: Trasferimento da aeroporto Zanzibar in hotel
  • 14° Giorno: Trasferimento hotel/aeroporto di Zanzibar
  • Assicurazione Top Booking Barbirotti: che include: Coperture spese Medico/Bagaglio e Annullamento

Perchè scegliere questo viaggio 

  • Per le spiagge incontaminate e per il suo mare che va dall’azzurro al blu cobalto
  • Per vedere gli animali nel loro habitat naturale
  • Per fare snorkeling e il bagno con i delfini a Mnemba Island

Programma Il Safari d’Africa

1° Giorno: Italia/Kilimanjaro-Arusha

La partenza per questo viaggio è prevista dall’Italia con un volo di linea che giunga a Arusha – Kilimanjaro. E’ previsto il pasto e il pernottamento a bordo.

2° Giorno: Kilimanjaro-Arusha /Arusha

Giunti all’aeroporto di Arusha, nel Kilimanjaro segue il ddisbrigo delle formalità doganali e poi l’ incontro con la nostra organizzazione. Avviene il trasferimento ad Arusha (percorrendo circa 50 km) per giungere a Llboru Lodge. Seguono il pranzo e la cena liberi e segue il pernottamento in lodge.

3° Giorno: Arusha/Longido/Arusha 

Prima colazione viene effettuata in hotel. Al mattino presto è prevista la partenza da Arusha per Longido, situato nella regione del Western Kilimanjaro. In questa regione vi è la vetta più alta dell’Africa ed è anche caratterizzata da savane e boschi. Il pranzo viene svolto durante l’escursione. Segue poi una visita a piedi nella grotta della circoncisione ed infine la visita a un boma (villaggio). In base alla cadenza dei mercati maasai sceglieremo il villaggio da visitare, il sabato si visita il mercato di Oldonyo Sambo,e quindi è possibile una modifica al pernottamento per ottimizzare gli spostamenti. Il pranzo viene svolto durante l’escursione.

Al termine, rientro viene effettuato ad Arusha. Cena libera e segue il pernottamento. 

4° Giorno: Arusha/Lake Manyara/Karatu

La prima colazione viene effettuato in Lodge.  Segue la partenza da Arusha al mattino e si giunge al Parco del Lago Manyara. Questo lago è situato sotto la scarpata Rift Vallery . La zona è contornata savane, boschi dove è possibile ammirare animali come colonie di babbuini,

La prima colazione viene effettuato in Lodge.  Segue la partenza da Arusha al mattino e si giunge al Parco del Lago Manyara. Questo lago è situato sotto la scarpata Rift Vallery . La zona è contornata savane, boschi dove è possibile ammirare animali come colonie di babbuini, elefanti, scimmie, giraffe e oltre 300 specie di uccelli. Nel periodo che va da dicembre a marzo è possibile anche vedere fenicotteri rosa. Nel pomeriggio si procede anche per Karatu e segue la sistemazione al Marera Valley Lodge e il pernottamento. Qui è prevista la pensione completa.

5° Giorno: Karatu – Ngorongoro Crater – Serengeti NP (zona centrale)

Prima colazione è prevista in Lodge e segue la giornata di fotosafari nel Cratere di Ngorongoro. Si tratta di un antico cono vulcanico dove vivono oltre 25.000 animali (fatta eccezione per le giraffe poichè qui non trovano nutrimento).  Segue la sistemazione nel Campo tendato fisso, Mbugani Camps, nel Parco e pernottamento. Si prevede la pensione completa.

6° Giorno: Serengeti National Park

La prima colazione viene effettuata nel Lodge. La giornata viene dedicata al game drive nel Parco Serengeti, con uscite all’alba e nel pomeriggio. Questo parco ospita sia savane ed è possibile vedere gnu, zebre, gazzelle ma anche leoni, leopardi, iene e ghepardi. Segue la sistemazione in Campo Tendato Fisso nel Parco e pernottamento. Qui è prevista la pensione completa.

7° Giorno: Serengeti National Park

La prima colazione viene effettuata al Camp. E’ prevista un’altra giornata dedicata al Parco con uscite all’alba e nel pomeriggio. Segue la Pensione completa.

8° Giorno: Serengeti National Park/Arsha/Zanzibar  

Per l’ultimo giorno è prevista colazione al Campo e segue il trasferimento all’air strip nel Seregeti Nord in tempo utile per la partenza del volo domestico per Arusha. Si procede il viaggio verso Zanzibar. Segue quindi l’Arrivo e trasferiento al Villa Kiva. Sistemazione nella camera riservata, cena e pernottamento.

Informazioni utili di viaggio

Bagagli 

  • Sui voli internazionali: 1 bagaglio da stiva da 20 kg ed 1 bagaglio a mano da 7kg a persona
  • Sui voli interni dal Serengeti ad Arusha e da Arusha a Zanzibar: 1 solo bagaglio da 15kg a persona (si consiglia un borsone morbido), una borsetta e/o piccolo zainetto.

Per cui bisogna partire dall’Italia con 1 solo bagaglio da 15kg a persona (si consiglia un borsone morbido), una borsetta e/o piccolo zainetto, ma sul volo di rientro in Italia è possibile 1 bagaglio da 20kg

Info importanti

Eventuali ritardi o cancellazioni dei voli interni, problemi di viabilità o danni meccanici ai mezzi di trasporto possono influire sul regolare svolgimento dei servizi previsti e sono soggetti a modifiche a discrezione dei fornitori locali, che si impegneranno a offrire servizi equivalenti o di qualità superiore.

Si precisa che eventi di forza maggiore come scioperi, condizioni atmosferiche avverse, calamità naturali, disordini civili e militari, sommosse, atti di terrorismo e situazioni simili sono al di fuori del controllo dell’organizzazione. Eventuali costi aggiuntivi o servizi non forniti a causa di tali eventi non saranno rimborsati. Inoltre, l’organizzazione non può essere ritenuta responsabile per l’impossibilità di utilizzare servizi a causa di ritardi o cancellazioni dei voli aerei

Abbigliamento

Per il safari: vestiario comodo, pantaloni di cotone, magliette e camice leggere, felpe e giubbini anti-vento andranno più che bene sia per l’abbigliamento femminile che per quello maschile. Anche il tipo di calzatura è molto importante; per un safari bisogna scegliere scarpe pratiche e funzionali come quelle da ginnastica o, meglio ancora, da trekking.

Zanzibar: abbigliamento casual, pantaloncini e T-shirt, infradito e scarpe comode, un maglioncino leggero per la sera, costumi e pareo e scarpette per gli scogli. 

Visto turistico d’ingresso in Tanzania – la richiesta del visto deve essere fatta on line accedendo al sito web del “Tanzania Service Immigration Department”: https://eservices.immigration.go.tz/visa/. In alternativa, si può fare la richiesta all’arrivo  in aeroporto in Tanzania, costo attuale 50 USD

Tasse d’Ingresso delle apparecchiature fotografiche nei luoghi turistici (da pagare in loco)

Visitando Tanzania

  • Ora Locale : + 2 ore rispetto al nostro paese, Italia
  • Documenti: è previsto il passaporto in corso di validità
  • Valuta: scellino della Tanzania (è consigliabile portare con contanti poichè le carte di credito sono poco accettate).
  • Lingua: inglese e swahili
  • Elettricità: 230 volts ed è indispensabile portare un adattatore
  • Vaccinazioni: non è necessaria alcuna vaccinazione, ma si consiglia a scopo cautelativo la vaccinazione antitetanica.

Per la malaria si consiglia di assumere un comportamento cauto ma anche intelligente. Bisogna consultare il medico che deciderà se farvi fare o meno la profilassi relativamente allo stato di salute attuale. Si precisa anche per il vaccino non assicura una copertura totale. Innanzitutto è opportuno utilizzare zanzariere in ogni hotel, al tramonto bisogna utilizzare un repellente , da acquistare in loco in quanto adatto per le zanzare tropicali e quindi molto più potente. Tenere le luci spente quando non si è in camera e il meno possibile anche quando si è in camera. La sera è consigliabile indossare abiti lunghi che consentano di proteggere le caviglie. Di giorno invece sono consigliati abiti chiari e pantaloni lunghi che proteggono anche da mosche tzè-tzè,

E’ obbligatoria solo la vaccinazione per le febbre gialla ma in tal caso solo per chi proviene da un paese endemico dell’Afrida.

  • Salute: si consiglia di acquistare bevande solo se i contenitori sono sigillati. Non mangiare frutta e verdura crudi, evitare abusi di bevande alcoli, cibi grassi.
  • Cellulari: si può procedere con le chiamate nelle grandi città e nella costa, ma non nei parchi, dove i collegamenti avvengono per via radio.
  • Clima e abbigliamento : il tour della Tanzania può essere fatto durante tutto l’anno tranne durante la stagione delle piogge ovvero da metà aprile a metà giugno. Considerando la grande escursione termica che varia da 10° a 27° si consiglia di vestirsi a cipolla e molto comodi.
  • Saper vivere: non bisogna scattare le fotografie ai Masai, se non viene prima pattuito il prezzo. Sostengono infatti che gli apparecchi fotografici catturano la loro anima e per riaverla indietro bisogna ricevere soldi (e non pochi). Si consiglia anche di stare a distanza delle elefantesse e dalla prole, poichè gli umani rappresentano un periodo per i piccoli. Il traffico di droga infine è represso dalla polizia.
  • Shopping: qui è possibile acquistare kitenge, kikoi, kanga, ma anche bracciali in argento, collane di corallo, cesti di sisal kiondo, spezie.

Cosa mangiare in Tanzania

Privi di una lunga tradizione culinaria, i piatti della cucina tanzaniana sono semplici e simili in tutto l’Africa Orientale. Si basano principalmente su riso, patate e fagioli, che accompagnano carni, pesce, pollo e verdure, il tutto presentato in abbondanti piatti unici. Alcune preparazioni richiamano la cucina indiana e fanno ampio uso di spezie, come ad esempio il curry. Tra i piatti tipici troviamo l’ugali, una polenta di mais servita con carne (nyama), pollo (kuku) o pesce (samaki), solitamente bolliti. Il pilau, riso aromatizzato con spezie; il wali na nyama, riso con carne; il mchicha, verdura cotta; nyama choma, carne alla griglia; bistecche di gnu; papaya cotta; ndize, un ragù di carne, legumi e banane.

Bevande della Tanzania

Le birre sono apprezzate, con la Safari Lager come birra nazionale, servite tradizionalmente calde, mentre il vino, se importato, è costoso e se prodotto localmente, spesso di scarsa qualità, essendo fatto con la papaya. Tuttavia, il vino di Dodoma è noto per la sua dolcezza. Il konyagi è un liquore locale simile al rum, ma con un contenuto alcolico molto elevato. Il caffè e il tè possono deludere: il caffè è spesso preparato lungo, mentre il chai, bevuto comunemente, non è sempre di alta qualità.

MUSICA E DANZE

La musica riveste un ruolo fondamentale nella vita di Zanzibar. Ci sono due generi musicali tradizionali ancora molto seguiti. Il primo è chiamato Ngoma, che significa “tamburo” in swahili. Questo stile musicale presenta diversi ritmi ed è eseguito con una varietà di strumenti. Il secondo genere è il Taraab, uno stile musicale antico di origine persiana che si è fuso con i suoni e gli strumenti musicali preesistenti sull’isola di Zanzibar. Gli strumenti utilizzati includono violini, un caratteristico strumento a corda chiamato saduku, due piccoli tamburi di argilla e pelle di mucca chiamati ki-dumbak e due maracas fatte di gusci di cocco e semi di mango chiamate chelewa. Le canzoni intonate narrano storie d’amore. Durante i matrimoni, si esegue un particolare tipo di Taraab chiamato Rusharoo, che viene ballato solo dalle donne che si uniscono alla sposa formando cerchi umani spettacolari.

Canzoni e download

I ritmi Muhambo e Lizombe erano tradizionalmente utilizzati nella parte meridionale della Tanzania durante le cerimonie di iniziazione maschile, i matrimoni e i periodi di raccolto. Durante il Muhambo, il capo danzatore esegue movimenti ondulatori con una frusta fatta di coda di mucca. Gli altri danzatori indossano piccole campane metalliche attorno ai piedi e gioielli di conchiglie intorno al petto. Un’altra danza affascinante è il Lizombe, eseguita sia da donne che da uomini. I ballerini seguono il ritmo dei tamburi suonando speciali maracas create con gusci di cocco e semi di mango essiccati, chiamate cherewa. Il Msewe è un ritmo unico nell’area settentrionale dell’isola di Pemba, che fa parte dell’arcipelago di Zanzibar. La danza associata a questo ritmo è unica nel suo genere: i danzatori indossano maracas alle gambe e alle braccia, fatte con foglie di palma riempite di semi di mango. Gli uomini danzano muovendo un bastone, battendolo a terra.

Curiosità

Gli abitanti di Zanzibar si definiscono zanzibari, ma il termine è stato italianizzato dagli italiani in “zanzibarini”.

Zanzibar fu la prima località dell’Africa orientale a possedere una locomotiva a vapore e una breve rete ferroviaria. Questa rete serviva per trasportare il sultano alla sua residenza estiva tra il 1880 e il 1890. Nel 1905 fu costruita una rete ferroviaria lunga 115 km che collegava Stone Town al vicino paese di Bububu. Stone Town è famosa per le sue magnifiche porte intarsiate, la più antica risalente al 1694 d.C. La costruzione delle case iniziava proprio dalla porta, che indicava lo status sociale del proprietario. Le porte testimoniano l’unione di diverse culture che hanno convissuto e convivono ancora oggi sull’isola. Intarsi e scritte arabe si mescolano a simboli indiani e borchie appuntite di ferro, utilizzate in India per proteggere le porte dagli elefanti.

Il conflitto internazionale più breve nella storia mondiale si svolse a Zanzibar nel 1896. Dopo la morte del sultano Hamid bin Thuwaini il 25 agosto di quell’anno, un successore illegittimo si autoproclamò sultano due ore dopo. Poiché questa nomina non fu gradita agli inglesi, il 27 agosto alle 9:00 del mattino bombardarono il palazzo per 45 minuti, distruggendolo e ripristinando l’ordine politico a loro gradimento.

Il cantante dei Queen, Freddie Mercury, in realtà si chiamava Farouk Bulgara ed è nato a Zanzibar il 5 settembre 1946 da genitori di origine persiana. Zanzibar è stata la maggiore produttrice ed esportatrice di chiodi di garofano al mondo. Queste coltivazioni sono state promosse dal sultano Said a metà del 1800. Il merlo indiano fu importato verso la fine del 1700 per eliminare i resti dei cadaveri degli schiavi che morivano durante il viaggio in nave o nelle prigioni prima delle aste.

Nella foresta di Jozani a Zanzibar vive la rara specie di scimmia Colobus dalla schiena rossa, che forma gruppi familiari allargati. L’ora della giornata è divisa in 12 ore. La prima ora del giorno, l’una, corrisponde alle nostre 6 del mattino, quindi mezzogiorno equivale alle 6. Questo è importante perché gli orari delle imbarcazioni o gli appuntamenti vengono talvolta fissati secondo il sistema di orario locale.

La Tanzania si estende su un territorio di oltre 900.000 chilometri quadrati. La parte nord-orientale raggiunge la sua massima altitudine con i 5.800 metri del vulcano Kilimangiaro, la cima più alta dell’intero continente africano. Più a ovest si trova un altro famoso vulcano, il Ngorongoro, il cui cratere costituisce uno degli ecosistemi più perfetti dell’Africa. La Tanzania è anche ricca di grandi laghi, tra cui il lago Vittoria, il più grande, condiviso anche da Kenya e Uganda. Un altro lago significativo è il lago Tanganica, con acque profonde che raggiungono oltre 1.400 metri. Lungo la costa, dove si concentra il turismo, si trovano piccole isole di origine corallina. La più grande e famosa di queste è l’esotica e affascinante Zanzibar, una meta molto desiderata dai turisti italiani ed europei che, dopo aver fatto safari, amano rilassarsi al sole e godersi il completo relax in questa splendida isola.

Tanzania del Nord

La Tanzania del Nord offre meraviglie naturali e luoghi affascinanti da esplorare. La città di Arusha, situata ai piedi del maestoso Monte Meru, è circondata da rigogliose piantagioni di caffè, frumento e granturco curate dalle tribù dei Waarusha e dei Wameru. Divisa dal fiume Naura, la città si presenta in due parti distinte: la parte alta, che ospita i palazzi governativi, le compagnie aeree, gli alberghi e i negozi, e la parte bassa, che è sede di zone commerciali e del vivace mercato locale.

Il Parco di Tarangire, che si estende nel nord-est della Tanzania, è una gemma naturalistica. Situato a circa un centinaio di chilometri ad ovest di Arusha lungo una strada asfaltata, il parco offre un habitat ideale per numerose specie animali durante tutto l’anno. Tuttavia, è tra i mesi di giugno e novembre che il parco si anima con la presenza di grandi mandrie di bufali, elefanti, damalischi, orici e gazzelle che si rifugiano qui dalle steppe Masai ormai prosciugate. Con l’arrivo delle piccole piogge, il parco si trasforma e lascia spazio a impala, facoceri, giraffe, rinoceronti, dik dik e kudu minori.

L’ambiente del Parco di Tarangire offre un’esperienza unica che si distingue dalla classica immagine di un’Africa selvaggia. L’altopiano attraversato dal fiume Tarangire è caratterizzato da una vegetazione incredibilmente verde, con alberi che si estendono lungo la valle, ad eccezione di una vasta prateria a sud. Qui, i maestosi Baobab dominano il paesaggio con i loro tronchi panciuti e le inconfondibili chiome a ombrello. Questi alberi monumentali si presentano in diverse dimensioni, ma la loro imponenza fa sentire chiunque si avvicini a loro davvero piccolo di fronte alla grandiosità della natura.

La Tanzania del Nord è un vero paradiso per gli amanti della natura e degli animali, offrendo paesaggi mozzafiato e un’esperienza unica nel cuore dell’Africa.

La Tanzania del Nord offre uno spettacolo mozzafiato, con il verde predominante e i serpentoni rossi delle strade che si snodano attraverso queste meraviglie naturali. La terra rossa, morbida e piacevole da percorrere, crea un contrasto affascinante. Il Parco di Tarangire è un vero paradiso per gli amanti degli uccelli, con una varietà e un numero di specie unici. Ogni spostamento all’interno del parco è accompagnato dal battito d’ali, che siano i colorati tacchinelle con la cresta azzurra o altri volatili dai colori fantasiosi. Qui c’è sempre movimento e allegria, con aironi, avvoltoi, cicogne, tucani, gru, tessitori limicoli, ghiandaie dal petto lilla, nettarine e molti altri uccelli. La regina indiscussa è l’aquila pescatrice, con il suo portamento regale e la testa bianca sempre in attesa sulle cime dei baobab o sulle rive del fiume durante la pesca. Tuttavia, l’incontro più emozionante è con gli elefanti. Qui si possono avvistare branchi molto grandi che pascolano tra gli alberi. Ciò che rende questi parchi speciali è che non ci si sente estranei. La presenza umana, ovviamente con rispetto per le loro abitudini, non li disturba. La matriarca è sempre vigile, osservando attentamente i movimenti e valutando se rappresenti una minaccia. In nessun altro parco si ha la possibilità di avvicinarsi così tanto a questi magnifici animali.

Il Parco del Serengeti, il cui nome significa “la grande pianura” in lingua swahili, offre un’immensa distesa di erba giallastra intervallata dai caratteristici kopje. Si estende su una superficie di circa 15.000 chilometri quadrati, raggiungendo anche il confine con il Kenya, e ospita una delle più alte concentrazioni di animali al mondo. Le ampie pianure e le savane punteggiate dalle ombrelli delle acacie ospitano un’enorme quantità di animali. Secondo gli ultimi censimenti, nel parco si possono trovare oltre 1.300.000 gnu, 200.000 zebre, 20.000 bufali, 1.000 elefanti e 1.500 leoni, solo per citarne alcuni tra i più grandi. Il Serengeti è anche famoso per il suo ricco patrimonio archeologico, come la celebre gola di Olduvai, dove sono stati scoperti i resti antichi dell’Homo Zinjanthropus risalenti a circa 2 milioni di anni fa. Qui ha inizio una delle migrazioni animali più imponenti al mondo. Verso la fine di maggio, all’inizio della stagione secca, grandi mandrie di erbivori come gnu, zebre, gazzelle e impala si radunano sulle pianure circostanti Olduvai Gorge, raggiungendo una massa di circa 2 milioni di individui.

Giunge finalmente il momento tanto atteso, quando un segnale misterioso scuote il gruppo e una miriade di animali inizia a muoversi all’unisono in direzione nord, verso i rigogliosi pascoli del Masai Mara in Kenya. A novembre, la migrazione si ripeterà in senso inverso, tornando verso il Serengeti, dove le pianure sono state rese feconde dalle piogge autunnali.

Da una piccola collina priva di alberi e animali, si può godere di uno spettacolo grandioso: enormi mandrie di gnu e zebre pascolano tranquillamente nella pianura sottostante, mentre in lontananza si intravedono le massicce sagome di numerosi bufali. I numerosi ossi sbiancati dal sole testimoniano la lotta quotidiana per la sopravvivenza. Due giorni trascorsi nel parco sono sufficienti per ammirare le meraviglie più interessanti. Gli animali più elusivi da avvistare sono il ghepardo e il leopardo; spesso è necessario tempo e pazienza, ma l’incontro con questi magnifici esemplari ripaga di ogni sforzo.

Un consiglio prezioso: chiedete alla vostra guida di individuare un branco di leoni all’alba, intenti a divorare la preda cacciata durante la notte. È uno spettacolo imperdibile che lascerà un’impronta indelebile nella vostra memoria.

Area Protetta di Ngorongoro

L’Area Protetta di Ngorongoro rappresenta la gemma preziosa della Tanzania, riconosciuta dall’UNESCO nel 1978 come Patrimonio dell’Umanità.

Il suo cratere, con un diametro di 40 chilometri, è il più grande al mondo e in passato ospitava un vasto lago che, col passare del tempo, si è prosciugato per evaporazione. Attualmente, il lago (riconoscibile come una macchia bianca nella foto) è di dimensioni ridotte, ma ancora sufficiente per accogliere numerose specie, tra cui ippopotami e fenicotteri in gran quantità.

Il cratere di Ngorongoro può essere immaginato come una gigantesca trappola naturale, poiché le montagne circostanti impediscono agli animali di fuggire verso l’esterno. Questo prolungato isolamento ha generato un mini-ecosistema completamente indipendente da quello delle zone circostanti. È consigliabile scendere nel cratere al mattino presto, quando gli animali iniziano a muoversi e la luce riflessa dalla nebbia notturna crea splendide inquadrature per i fotografi.

Il diametro del cratere varia da 11 a 17 chilometri e la sua profondità raggiunge circa 600 metri. Ci troviamo a un’altitudine di circa 2500 metri e la temperatura al mattino è fresca. Dall’orlo del cratere, lo spettacolo che si apre davanti a noi è straordinario: al centro dell’immensa pianura verde sottostante si distingue un grande lago rosa. Solo avvicinandosi si scopre che il colore è determinato da una delle più grandi colonie di fenicotteri presenti in Tanzania.

Ngorongoro, che significa “burrone profondo” in lingua swahili, può essere paragonato a un’immenso arca di Noè. Mentre si scende lungo la ripida e tortuosa pista, sembra di avventurarsi verso un “paradiso perduto”. Tuttavia, ad accoglierci sul fondo non troveremo Adamo ed Eva, ma un gruppo di fieri guerrieri Masai con le loro lance, che vivono qui con il loro bestiame preservando i diritti di pascolo. In questa immensa riserva vivono numerose specie animali in perfetto equilibrio: predatori ed erbivori coesistono in una proporzione tale da evitare la prevalenza di una specie sull’altra.

Dopo circa un’ora di discesa, si raggiunge la pianura dove non è raro assistere alla scena di leonesse che divorano una gnu appena catturata. Mandrie di zebre e gnu pascolano tranquillamente, sollevando appena la testa al passaggio dei veicoli.

Parco del Lago Manyara o Lago Mannara

Il Parco del Lago Manyara si estende su un’area di circa 100 chilometri quadrati intorno al lago omonimo. Il nome del parco deriva dalla pianta “manyara”, utilizzata dai Masai per costruire i loro villaggi e che abbonda in questa zona. Questo territorio, dichiarato parco nel 1960, è una mescola di savana e giungla tropicale. Il percorso si snoda lungo una stretta striscia di terra tra la scarpata della Rift Valley e il lago Manyara. Si possono incontrare diversi tipi di habitat naturali: a nord si trova una fitta foresta, seguita da una savana alberata con acacie e palme, poi una savana con arbusti di combretti e commifore, e infine una pianura nella parte meridionale vicino alle sorgenti d’acqua solforosa di Maji Moto.

Grazie alla sua mutevolezza ambientale, il parco ospita una grande varietà di specie animali e vegetali. Sono state censite oltre 380 specie di uccelli migratori nell’area. Percorrendo le piste del parco, ci si trova di fronte a magnifiche radure con alberi che ospitano decine di cicogne, marabù, pellicani e altri grandi uccelli.

Durante la stagione secca, le piste del parco che costeggiano il lago possono essere percorse fino in fondo. Tuttavia, durante la stagione delle piogge diventano spesso impraticabili a causa dell’acqua proveniente dai vari torrenti che scendono dalle colline. In questi casi, il percorso si accorcia e si ferma vicino all’Hippo Pool, un grazioso laghetto al centro di una vasta radura, dove vivono numerosi ippopotami circondati da una miriade di uccelli.

In questo punto, è consigliabile fare una sosta per scattare fotografie e ammirare l’attività frenetica degli uccelli, che contrasta con il lento movimento degli ippopotami, le cui enormi teste spuntano appena fuori dall’acqua.

Altri animali comuni nel parco sono i babbuini, che sembrano socievoli, ma è necessario essere cauti poiché possono mordere e infliggere ferite profonde.

Fate attenzione agli alberi, poiché non è raro scorgere leonesse tra le fitte fronde. A differenza dei leoni di altri parchi, che sono solitamente uniti da legami familiari, qui le leonesse hanno l’abitudine di trascorrere gran parte della giornata distese sui grossi rami delle acacie. Queste piante offrono una forma ideale per il loro riposo. Il motivo di questo comportamento non è del tutto chiaro, ma si ipotizza che gli animali si rifugino sugli alberi per evitare disturbi da parte delle numerosi mandrie di bufali ed elefanti che vagano per il parco.

Manuale per il Safari in Africa

L'”Africa Fever” è un’ossessione, uno stato di eccitazione latente simile all’innamoramento. La dolce apprensione di tornare in Africa risiede nella struggente nostalgia di entrare in contatto con la natura selvaggia, che si manifesta qui in tutta la sua cruda e maestosa bellezza, capace di ferire la vista e commuovere fino alle lacrime di gioia.

Come comportarsi durante il safari: I safari nei parchi sono sicuri se affidati a guide autorizzate e esperte, non a improvvisati, ad esempio, alcune delle specie animali che si incontrano non sono pericolose a meno che non vengano provocate; le guide forniranno istruzioni comportamentali per evitare incidenti.

  • Evita di camminare di notte lontano dai lodge, poiché la maggior parte dei predatori e altri animali pericolosi vanno a caccia durante le ore notturne.
  • Non avvicinarti a piedi agli animali potenzialmente pericolosi come bufali, rinoceronti, elefanti, leoni e leopardi, anche se sembrano tranquilli e rilassati.
  • Non disturbare gli animali selvatici, la loro vita è già difficile e ogni disturbo eccessivo può interferire seriamente con momenti delicati e importanti della loro esistenza.
  • Evita di offrire cibo agli animali selvatici, poiché questo li rende troppo intraprendenti, talvolta fino a diventare pericolosi.
  • Non lasciare tende e veicoli aperti, specialmente nei campi dove le scimmie hanno libero accesso e possono saccheggiare.
  • Non abbandonare rifiuti per non deturpare i parchi.
  • Non incoraggiare nelle popolazioni locali abitudini occidentali che influiscono negativamente sulla loro cultura, già in pericolo.

Cosa portare in Safari

  • Macchina fotografica: per gli appassionati di fotografia, il safari è l’occasione perfetta. Assicurati di avere uno zoom adeguato e una scorta di pellicole. Prendi in considerazione la presenza di polvere durante i game drive e proteggi le tue apparecchiature elettroniche con custodie adeguate.
  • Binocolo: un accessorio importante per studiare il comportamento degli animali nella natura. Un binocolo di buona qualità, come un 10 x 40, sarà utile per osservare da vicino gli animali selvatici.
  • Guida di campo: è affascinante cercare di individuare e riconoscere le diverse specie di animali selvatici. Porta con te un taccuino per annotare i nomi delle specie che incontri e una guida di campo indispensabile per il riconoscimento della fauna. Consiglio la lettura del manuale di Marco Albertini intitolato “Guida dei Mammiferi d’Africa e guida pratica al Safari” (Franco Muzzio Editore), che fornisce informazioni chiare ed esaustive. Questa guida sarà una lettura utile prima della partenza e un ottimo compagno di viaggio durante il safari.
  • Protezione dal sole e dalla polvere: ricorda di proteggerti dal sole e dalla polvere. Avvolgi i bagagli in buste di plastica sigillate, indossa occhiali da sole e porta con te cappelli a falda larga. Non dimenticare di applicare creme solari protettive per preservare la tua pelle.
Durante il safari:
  • Impara ad osservare: all’inizio potresti avere difficoltà nell’individuare gli animali, a meno che tu non abbia l’aiuto degli autisti delle jeep, che saranno la tua guida e una preziosa fonte di informazioni. Una volta abituato all’ambiente della savana, scoprire gli animali diventerà un emozionante gioco che ti regalerà profonde emozioni.
  • L’alba e il tramonto: sono momenti indimenticabili per i loro colori intensi e per l’attività predatrice degli animali. Leoni, leopardi, caracal e iene sono principalmente cacciatori notturni, quindi l’inizio e la fine della giornata sono i momenti ideali per osservarli in azione.
  • La notte: l’emozione continua; imparare a distinguere i rumori e riconoscere le orme vi farà scoprire se un leone o un ippopotamo hanno esplorato i dintorni del vostro bungalow.
  • Incontri con gli abitanti del luogo: entrare in contatto con la cultura e le tradizioni delle diverse tribù presenti in Tanzania può essere un’opportunità preziosa per comprendere il territorio e arricchirsi personalmente. Avrete numerose occasioni per interagire con persone curiose, dai colloqui con gli autisti agli incontri diretti con i Masai durante la visita della Manyatta, fino agli incontri con i “beach boys” a Zanzibar…
  • Rispetto dei luoghi: significa fare ogni sforzo per non lasciare tracce della propria presenza, a partire dai mozziconi di sigaretta e da altri rifiuti.
  • Sicurezza: i lodge, i campi tendati e i game drive sono sicuri, ma è importante prendere alcune precauzioni. Di notte, non uscite dalla tenda o dal lodge se non siete accompagnati dai guardiani (in genere i Masai vengono impiegati nei lodge per il controllo e la sicurezza degli ospiti, grazie alla loro rinomata coraggio e conoscenza della fauna). L’atteggiamento apparentemente docile degli animali può ingannare: evitate di avvicinare a piedi elefanti, leoni, bufali, leopardi e altri animali potenzialmente pericolosi. Non nutrite gli animali e tenete sempre chiusa la porta d’ingresso della tenda o del bungalow.
  • Oggetti personali: oltre agli oggetti già menzionati, è consigliabile portare con voi una piccola torcia elettrica, un adattatore per la corrente elettrica (tipo inglese), uno spray repellente per insetti (anche se sono rari, specialmente durante la stagione secca del viaggio, è meglio proteggersi anche da quelli eventuali), e delle scarpe da scoglio per camminare sulla barriera corallina a Zanzibar.
  • Bagaglio: tenete presente che la franchigia bagaglio per i voli interni è di 15 kg per persona (più 5 kg di bagaglio a mano). Questo limite vi obbliga a portare solo l’essenziale. Utilizzate preferibilmente zaini o borsoni morbidi, che occupano meno spazio all’interno delle jeep e sono molto più leggeri delle valigie rigide. Ricordatevi di attaccare un’etichetta con il vostro nome e indirizzo su ogni valigia, compreso il bagaglio a mano, e annotare il modello, la marca, il colore e le dimensioni (per facilitarne il recupero in caso di smarrimento durante il volo). Nel bagaglio a mano, oltre agli oggetti di valore (tenendo presente le restrizioni relative agli oggetti appuntiti, comprese limette e forbicine per le unghie), sarebbe opportuno includere un cambio d’abito.

Zanzibar

Il nome dell’isola di Zanzibar ha origini persiane, derivando dalla parola “Zangh”, che significa “nero”, e “bar”, che significa “terra”. Questo si traduce nella frase “terra dei neri”, anche se l’esploratore inglese Burton sosteneva che derivasse dalla frase araba “zayn za’l barr”, che significa letteralmente “bella è quest’isola”. Situata a soli 36 chilometri al largo delle coste della Tanzania, di cui fa parte, l’isola si trova a sei gradi a sud dell’Equatore e a 39 gradi est del meridiano di Greenwich. Misura 86 chilometri di lunghezza e 36 chilometri di larghezza nel punto di massima espansione. Dista 5.989 km da Roma e 6.468 km da Milano. Comunemente noto come “Arcipelago di Zanzibar”, comprende le isole di Unguja (appunto Zanzibar), Pemba, Latham e molte altre isole minori situate nelle vicinanze.

L’isola di Unguja, meglio conosciuta come “isola di Zanzibar”, presenta due zone climatiche e morfologiche molto diverse. La zona centro-occidentale è caratterizzata da una ricca vegetazione tropicale e da piantagioni di chiodi di garofano, palme da cocco e canne da zucchero, ed è anche la zona più piovosa. D’altra parte, la zona orientale è molto più secca e pianeggiante, dominata da un sottosuolo corallino che non permette la crescita di alberi alti, ad eccezione dei maestosi baobab e delle alte palme che adornano le spiagge. Le strade che attraversano l’isola sono solo parzialmente asfaltate e per raggiungere le zone “turistiche” occorre affrontare almeno trenta minuti di avventurosi sobbalzi.

Nonostante Zanzibar sia stata menzionata in molti libri di storia araba, è in realtà una meta ancora da scoprire, con decine di chilometri di spiagge incontaminate in cui si può godere di una completa solitudine. Ad eccezione della zona di Kiwenga, dove gli hotel si susseguono senza avere un grande impatto ambientale, tutte le altre zone, da nord a sud, rimangono deserte e raggiungerle richiede uno sforzo. Zanzibar è un autentico paradiso sotto molti aspetti e rappresenta l’immagine classica da cartolina, con spiagge bianche che si estendono all’infinito e acque dai colori indescrivibili. Dove non ci sono spiagge, si trovano abbondanti mangrovie che costituiscono un meraviglioso ecosistema. Queste zone sono facilmente individuabili sulla mappa. Persino nella città principale, Stone Town, il mare regala colori mozzafiato, che raggiungono la massima bellezza al tramonto. A poche miglia dalla città ci sono isole con barriere coralline, ricche di storia e bellezze naturali.

Stone Town di Zanzibar

Stone Town, l’antica città di Zanzibar, è stata un regno di poesia e di sogni avvolgenti che emanano profumo di incenso e cannella. È un luogo di gioia pura da assaporare lentamente, svegliandosi presto al mattino al richiamo del muezzin, per rendersi conto di trovarsi in un luogo reale, non immaginario né frutto di fantasie o nostalgia. Non esiste altro posto al mondo che racchiuda tanto carisma, esotismo e il fascino sottile della decadenza come Stone Town. Gli uomini indossano lunghe vesti candide, mentre le donne, velate di nero, decorano le mani e i piedi con l’henné secondo la tradizione araba. Le grida gioiose dei bambini che giocano nelle strette strade della città vecchia rappresentano solo una piccola parte della vera e sincera umanità che fortunatamente abbonda a Zanzibar.

In questa mescolanza etnica si trovano incredibili contraddizioni, come gli uomini neri musulmani che parlano “swahili” ma indossano il tradizionale abito chiamato “kanzu”. Le donne sembrano arabe, ma portano sul capo ceste e brocche in stile africano. Perdersi nel centro storico è facile, ma indispensabile, tra i piccoli negozi bui, ricchi di profumi e fascino. La meraviglia di questa città, dichiarata patrimonio dell’umanità e protetta dalla Fondazione Karim Agha Khan come memoria culturale degli ismaeliti musulmani, si manifesta soprattutto attraverso gli antichi portoni intagliati in legno, circa cinquecento, e i vecchi palazzi che la compongono, solitamente disposti su tre piani, con bellissimi cortili interni e con l’immancabile “baraza”, una tradizionale panca in muratura situata accanto all’ingresso di ogni casa araba o swahili. È indispensabile visitare il palazzo del vecchio dispensario, costruito con la madreporica pietra corallina, caratterizzato da splendide balconate finemente lavorate e intarsiate. Era un antico centro di consultazione per i mercanti di spezie, avorio e schiavi. Da visitare anche gli antichi Bagni Persiani, nel cuore della città, silenziosi e abbandonati, ma ben conservati, il Forte Portoghese, imponente, e il Palazzo delle Meraviglie (House of Wonders) con i suoi tre piani di colonnati metallici importati dalla Scozia su richiesta del Sultano Bargash, il quale conduceva una vita diventata leggenda per gli occidentali a causa delle sue cento concubine, amate cinque alla volta ogni notte. È la costruzione più imponente dell’isola, bombardata dagli inglesi per punire il sultano, reo di non aver rispettato gli accordi sull’abolizione della schiavitù.

Cosa vedere

Giardini Jamituri

Situati nelle vicinanze del Palazzo delle Meraviglie, furono creati nel 1936 per celebrare i 25 anni di regno del sultano Khalifa (1911-1960) e portavano il nome di “Giardini del Giubileo” fino alla rivoluzione del 1964. I giardini sono molto frequentati e di sera si animano con numerosi chioschi che vendono spuntini e bevande. Vicino al mare, è ancora presente un arco arabescato in cemento armato costruito nel 1956 per accogliere la principessa Margaret d’Inghilterra.

Il vecchio mercato degli schiavi e la Cattedrale UMCA

La cattedrale anglicana, completata nel 1877 dalle United Missions to Central Africa (UMCA), è stata la prima chiesa di questa confessione religiosa ad essere costruita nell’Africa orientale. Sorge nel luogo in cui un tempo si teneva il mercato degli schiavi nei secoli XVIII e XIX, all’incrocio tra New Mkunazini Road e Creek Road, nella parte orientale di Stone Town. Nel 1861, alcuni missionari dell’UMCA si recarono in Africa Orientale per diffondere la religione cristiana e contrastare il vile commercio degli schiavi, stabilendosi infine a Zanzibar nel 1864. Quando nel 1873 il sultano Bargash chiuse il mercato degli schiavi, i missionari acquistarono l’area e iniziarono la costruzione della cattedrale, ricevendo anche un terreno adiacente donato da un mercante indiano di nome Jairam Senji. La prima funzione religiosa si tenne il giorno di Natale del 1877, quando il tetto non era ancora completato. Secondo la tradizione, l’altare sorge nel punto esatto in cui gli schiavi venivano legati a un palo per essere frustati. Oggi non rimane più nulla di quel mercato umano, anche se si dice che la cantina della St. Monica’s Guesthouse sia il pozzo in cui gli schiavi venivano tenuti prima di essere venduti. La realizzazione della cattedrale fu possibile grazie all’entusiasta lavoro del vescovo Steere (vescovo di Zanzibar dal 1874 al 1882), che scrisse anche il primo dizionario swahili-inglese in alfabeto latino. Secondo la leggenda, il sultano Bargash gli chiese di non costruire una torre più alta della Torre delle Meraviglie e, in segno di accordo, gli regalò un orologio per la torre stessa.

La Cattedrale di St. Joseph

Le imponenti torri gemelle di questa cattedrale si elevano nel cielo e catturano immediatamente l’attenzione dei visitatori che arrivano all’isola via mare, ma sono incredibilmente difficili da individuare nel labirinto di strade adiacenti alla chiesa. Progettata dall’architetto francese Beranger, fu completata nel 1886. A causa della scarsa presenza di cattolici sull’isola, la cattedrale non viene regolarmente utilizzata né aperta al pubblico.

I bagni persiani

Costruiti dal sultano Bargash come bagni pubblici, i bagni persiani attualmente sono chiusi al pubblico, ma il custode sarà felice di fare da guida, richiedendo una modesta mancia in cambio. Questi furono i primi bagni pubblici di Zanzibar, realizzati in stile persiano da Haji Gulam Hussein tra il 1870 e il 1888. Non accessibili al pubblico dal 1920, presentano un esterno decorativo con mattoni rossi.

La Casa di Livingstone

La residenza dell’ultima spedizione del missionario-esploratore si trova lungo Malawi Road, in direzione nord-est, al di fuori del centro cittadino. Attualmente ospita l’ufficio turistico principale. Costruita nel 1860 per il sultano Majid (1856-1870), la casa accolse Livingstone prima della sua partenza per il continente per preparare la sua ultima spedizione. Successivamente, fu utilizzata dalla comunità indiana dell’isola e nel 1947 fu acquistata dal governo coloniale per ospitare un laboratorio scientifico dedicato alla ricerca sulle malattie delle piante di chiodi di garofano. Dopo l’indipendenza e la rivoluzione, divenne la sede principale del Tanzania Friendship Tourist Bureau, predecessore dell’attuale ufficio turistico ZTC.

Spiagge di Zanzibar

Jambiani

è un piccolo villaggio di pescatori, noto solo ai viaggiatori più curiosi e facilmente raggiungibile da Stone Town. La sua spiaggia si estende per diversi chilometri ed è caratterizzata dalla frequente presenza del vento; la sua sabbia bianca e fine e il suo mare di uno splendido blu cristallino le donano una straordinaria bellezza. Da Jambiani è facile raggiungere la laguna di Kizimkazi con il suo villaggio, dove si può vivere la straordinaria esperienza di fare il bagno in mezzo ai delfini. Con una minima spesa i pescatori locali portano i turisti in barca dove vedono i delfini. A Kizimkazi si trova anche una moschea del XII secolo, uno dei primi monumenti dedicati alla fede islamica dell’Africa orientale. Ai due estremi a nord e a sud della spiaggia, s’incontrano alcuni cumuli rocciosi, i Maviko ya Kamumbi, che sono fatti di gusci di cocco interrati, al fine di ammorbidirli e poi estrarne le fibre che servono per realizzare cordame. Escursioni: i prezzi delle escursioni tra i gruppi di beachboys sono variabili, dipendono sia dalla meta che dal numero di persone che partecipano, mediamente si paga circa 40/45 euro con il pranzo compreso, a volte il prezzo va contrattato ragion per cui non sai mai se hai fatto un affare oppure no. In ogni caso anche l’albergo organizzava escursioni di vario prezzo (fisso), c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Paje

si trova a soli 5 chilometri più a nord di Jambiani ed offre una delle più belle spiagge dell’isola, poco frequentata dai turisti. La marea cui è soggetta tutta la costa di Zanzibar, permette di ammirare la spiaggia di Paje nelle sue più diverse conformazioni, che variano secondo il livello del mare. I momenti di bassa marea possono essere sfruttati per dedicarsi a bellissime passeggiate a piedi verso la barriera corallina.

Spiaggia di Bububu

Il nome di questa spiaggia, di origini africane, è un’espressione onomatopeica semplice. Fu attribuito a questo luogo a seguito di una curiosa storia che oscilla tra storia e leggenda: la costruzione di una breve tratta ferroviaria. Il treno che attraversava l’area emetteva un suono simile a “Bu-bu-bu” quando si avvicinava al villaggio, da cui derivò il nome. Siamo a pochi chilometri da Stone Town, ma il mare qui assume colori straordinari. La spiaggia sembra infinita e si può camminare per chilometri incontrando solo pescatori. Bububu si trova sulla costa ovest dell’isola, offrendo tramonti incredibili. Di fronte alla spiaggia ci sono alcune isole, che possono essere visitate previo accordo con i pescatori che ormeggiano i loro “dhow” sulla spiaggia. Essendo così vicine e protette dalle forti correnti, vale la pena navigare dolcemente a vela anziché utilizzare mezzi a motore. Le isole ospitano splendidi fondali dove è possibile ammirare una grande varietà di pesci. La città, che dista circa dieci chilometri, assume un aspetto fiabesco di notte, con le sue luci tenui e romantiche. Bububu è un luogo ideale per rilassarsi e partire, magari al mattino presto, alla scoperta del centro storico di Stone Town o di altre affascinanti destinazioni, tornando alla sera in un luogo in cui il suono delle onde è l’unica melodia udibile.

Spiaggia di Kiwengwa

Situata sulla costa est dell’isola di Unguja, ospita in modo ordinato e discreto diversi alberghi gestiti da italiani. Più a nord, ai margini della spiaggia, dove iniziano le rocce che si estendono verso Nungwi, si trova un villaggio gestito dagli inglesi. Nonostante la teorica “invasione” turistica, soprattutto italiana, questi insediamenti hanno avuto il privilegio di scegliere una delle più ampie e apparentemente infinite porzioni di spiaggia. Escludendo i periodi corrispondenti all’estate e alle festività natalizie, c’è ancora una tranquillità che permea tutta l’isola.

Spiaggia di Matemwe

Questa lunga spiaggia chilometrica si trova sulla costa est di Zanzibar, con chilometri e chilometri di splendide spiagge bianche delimitate da maestose palme da cocco, con una barriera corallina che si estende da 100 a 400 metri dalla riva, creando una laguna che non ha nulla da invidiare a quelle delle Polinesia. Di fronte a Matemwe si trova l’isola di Mnemba, dove si trova un resort esclusivo. Questa zona è ancora poco turistica e ospita solo alcuni hotel di medie dimensioni, ma molto costosi. È una parte isolata e difficile da raggiungere a causa delle strade non asfaltate e piene di grosse buche. Tuttavia, è un luogo ideale per coloro che desiderano apprezzare appieno la solitudine. A breve distanza dalla spiaggia si trova l’isola di Mnemba, o meglio conosciuta come “l’atollo di Mnemba”. Purtroppo, l’accesso a quest’isola è riservato esclusivamente agli ospiti dell’hotel e il soggiorno qui è costoso ed esclusivo. Nonostante la natura circostante a Matemwe non sia rigogliosa a causa del suolo corallino povero di terra, l’immensità del mare, la sabbia bianca e finissima simile al borotalco e le maestose palme presenti rendono questo luogo un vero e proprio sogno ad occhi aperti.

Spiaggia di Uroa

Situata a circa 60 km dall’aeroporto di Stone Town, questa spiaggia si trova lungo la costa est dell’isola ed è fuori dai circuiti turistici tradizionali. Tuttavia, rappresenta una delle spiagge più belle dell’intera isola.